curiosità stroriche padovane  1°

La sala Carmeli
(foto Luisa Rizzi)

La sala Carmeli, un piccolo scrigno d’arte fu fortemente voluto dal frate minore Michelangelo Carmeli, originario di Cittadella (1705-1766), teologo e docente di lingue orientali, che di un'ala del complesso conventuale di San Francesco Grande fece la sua scuola: una sorta di centro di cultura che conteneva 22 mila libri. La sala fa da appendice ad un grande complesso conventuale, noto anche come la “Cittadella Francescana”, vero e proprio patrimonio di tesori dimenticati e misconosciuti tra cui la Scuola della Carità, l’Oratorio di Santa Margherita, la Chiesa e l’Ospedale di San Francesco, la cui vicenda edilizia iniziò nella seconda metà del Trecento e che occupava, sul finire del Settecento, pressoché l’intero isolato delimitato dalle attuali via Galileo Galilei, Del Santo e S. Francesco.

Il visitatore sarà di sicuro attratto dalla volta della biblioteca, mirabilmente affrescata dal veronese Giuseppe Gru: al centro del soffitto si vede il monte Parnaso da cui si diparte il cavallo Pegaso; si distingue poi Apollo con in mano una cetra, attorniato da geni volanti. Nelle quattro lunette agli angoli sono effigiate, «in sembianza di putti», l'Architettura, la Pittura, la Musica, la Scultura. Negli altri medaglioni la Rettorica, la Filosofia, l'Amor di Virtù, lo Studio, la Matematica, la Teologia. E ancora la Grammatica, la Poesia, l'Intelletto, l'Ingegno, l'Istoria e l'Etica.

I frati minori Andrea da Volta Mantovana, Bernardo da Brescia e Antonio da Sanbruson furono gli autori degli scaffali intarsiati e dell'ordinamento architettonico ligneo, Giuseppe Gru di Verona dipinse a scene mitologiche la grande volta a catino sospesa. Completamente restaurata dopo un incendio che l’aveva devastata, la sala è stata riaperta al pubblico nel 2011.

 

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